mercoledì 16 marzo 2011

Perchè da ovest a est ???

Sono in molti a chiederci il perchè di questa scelta...
Il motivo è presto detto: tutti quelli che l'hanno fatta dicono che questa è "la vera traversata"...
Io rimasi "colpito" da un libro letto alcuni anni addietro di Angelo Preden.
Per darvi l'idea di quello che mi aspetto di trovare vi riporto quanto dicono i Favero, skipper della CSO, che fanno spesso questa tratta.

"Trascorsi i mesi invernali a navigare tra le Piccole Antille, tra latitudine 12°N e 18°N, è arrivato il momento di ritornare in Mediterraneo. Cominciamo, quindi, a consultare le carte meteo del Centro-Nord Atlantico e notiamo che lì, proprio dove saremo a navigare tra circa un mese, i venti sono ancora sostenuti. Ma siamo fiduciosi che la situazione cambiera’ al momento giusto.Solitamente, preferisco partire da St. Martin tra il 1° ed il 15 Aprile.Questa è considerata la VERA TRAVERSATA.Vera perché le situazioni che si possono incontrare sono varie, e la navigazione diventa TECNICAMENTE piu’ interessante.Si parte da latitudine 18°N e longitudine 63°W per fare meta alle isole Azzorre posizionate a latitudine 38°N longitudine 28°W.Anche qui gli alisei di Nord est dominano. Ma per la rotta che dovremmo seguire non ci saranno favorevoli. Così per la prima settimana circa, la prua guarda a Nord costringendoci ad una bolina che seppur larga è sempre bolina, per uno, due, tre, quattro e chissà per quanti altri giorni consecutivi. E nei momenti di calma di vento si cerca di guadagnare verso est.Se il mare si fa grosso, dato che nemmeno lui arriva da poppa, puo’ presentarsi la necessità di mettersi alla CAPPA giusto il tempo di far prendere energia all’equipaggio…….e alla barca. La famosa “CAPPA”, manovra letta sui libri, studiata nella nostra mente, provata forse nelle giornate di sole e mare calmo appena fuori dal porto ma mai sperimentata nella situazione che piu’ la richiede.Nel frattempo, man mano che si sale di latitudine, si tengono sotto controllo le basse pressioni che scorrono da ovest verso est tra latitudine 30°N e 35°N. Queste potrebbero aiutarci a guadagnare verso est dato che con il loto moto antiorario ci darebbero vento da sud-ovest, ovest o nord-ovest, quindi andatura piu’ larga, mare in poppa e via…..rotta buona verso est.Bolina continua, cappa, meteorologia, gran lasco, lasco…..qui il velista si arricchisce. Senza dimenticare gli incontri che piu’ ci lasciano con il fiato sospeso: man mano che ci si avvicina alle Azzorre non manca mai la probabilita’ di incontrarle, loro, le padrone di casa. LE BALENE.Dopo 16, 21 giorni siamo in arrivo alle isole Azzorre. Fajal, la prima che incontriamo sulla nostra rotta, il suo porto Horta riparatissimo con qualsiasi condizione meteo. E’ un luogo dall’atmosfera magica. Il benvenuto viene dato dai numerosissimi dipinti che, uno attaccato all’altro ricoprono completamente la banchina del porto, testimonianza di tutte le barche che, chissa’ da quando, trovano ristoro dopo giorni di navigazione in Atlantico durante la loro migrazione verso il Mediterraneo. Anche noi ci organizziamo: tutto l’equipaggio, prima di sbarcare per far rientro a casa ha l’obbligo di dipingere il ricordo del nostro passaggio.Qualche giorno lo dedichiamo a fare i turisti perché queste isole di origine vulcanica sono veramente particolari: in questo periodo, la primavera, sono un giardino completamente fiorito. Non a caso il loro nome, Azzorre, deriva da azul, in portoghese azzurro dato da Cristoforo Colombo che al rientro dal suo viaggio si ritrovo’ in queste isole completamente ricoperte dalle ortensie azzurre in fiore.Lasciamo Fajal per raggiungere a 150 miglia Sao Miguel l’isola piu’ grande delle Azzorre. Anche qui l’atmosfera è particolare. Attendiamo il nuovo equipaggio, rimpinguiamo la cambusa e via, issiamo le vele: 1000 miglia ci dividono da Gibilterra. Anche questa tratta è una bellissima esperienza per chi ancora non sente il RICHIAMO DELLA TRAVERSATA ATLANTICA ma nutre un certo fascino per la navigazione in Atlantico: andature varie, l’aliseo Portoghese, il respiro dell’Oceano. Anche questa è la zona dove la probabilità di incontrare cetacei è altissima e quasi sempre l’occasione non manca mai.A Gibilterra i venti prevalenti sono il Levante ed il Ponente: con quest’ultimo l’ingresso ci è assicurato e facilitato, altrimenti un ottimo porto appena a sud del famoso Capo Trafalgar ci ospiterà per attendere il vento favorevole.Appena entriamo in Mediterraneo la sosta d’obbligo è a Benalmadena o Almerimar.Oramai siamo a casa e ancora una volta la memoria naviga nel passato, tra le righe di qualche racconto di navigatori che descrivevano lo Stretto di Gibilterra come le porte di casa"...

1 commento:

  1. ....In tutta onestà Luca quello che hai riportato sul blog è uno dei racconti che,se ben ricordi, eravamo a Giugno/Luglio dell'anno scorso, quando mi mandasti dalla Grecia quel blog sulle traversate oceaniche,lo trovai sul sito degli Skipper oceanici e da quel momento iniziò il grande sogno, condiviso immediatamente da entrambi,
    all'inizio sembrava una chimera..poi,la prima
    iscrizione e di seguito la conferma e poi.....siamo qua, a una settimana dalla partenza.
    Se ricordi, a volte finite le nostre sfide tennistiche, davanti a un bicchiere di vino si fantasticava sulle navigazioni oceaniche,credo che per due amici sulla cinquantina,riuscire a portare a termine un sogno di questo tipo sia
    una tappa molto importante, che non tutti riescono a vivere,considerando che entrambi abbiamo o stiamo portando avanti progetti che
    per me hanno voluto dire cambiare o stravolgere la mia vita, per te stanno aprendo orizzonti nuovi e nuove opportunità.
    Adesso mi fermo, altrimenti rischio di cadare nel banale.
    Volevo solo dire che sono orgoglioso di dividere questo sogno con te.

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